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martedì 31 gennaio 2017

right on target

Cari terroristucci più o meno islamici, visto che in genere uccidete e fate soffrire dei poveri innocenti, perché per un cazzo di volta non ci fate un regalino e provate a prendere meglio la mira?


l'innominato

E niente, Salvini. 
 Stavamo ancora aspettando il tuo solito tweet-proclama sulla strage di ieri in Canada (magari con un saltino al volo per un selfie) ma niente, non arriva niente. Sarà mica perché a far fuoco è stato un fan di Trump e Le Pen? 
Se mi soffermo un secondo a pensare che anche solo un centesimo delle tasse che paghiamo possa finire nelle tasche di feccia umana come te sarei tentato di optare per l'obiezione fiscale. 
 Ps: fan di Trump e Le Pen. A te non ti caga proprio nessuno. Nemmeno i sociopatici razzisti populisti della tua stessa risma.


venerdì 27 gennaio 2017

la feccia

Memoria che non è mai stata così offuscata. 
Con l'auspicio che almeno per un giorno i razzisti di ogni ordine e grado se ne stiamo rintanati nelle fogne dove è appropriato che stiano. Specie i peggiori di tutti: quelli del "io non sono razzista ma..". Ma quale cazzo di ma? La vera feccia del pianeta siete voi: l'ignoranza, la rabbia con la bava alla bocca, la grettezza, l'arretratezza, l'incapacità di guardare più in là di un palmo dal proprio buco del culo. 
E stare sereni: il vento fetido che sta tirando in questi giorni cambierà. È la storia che lo dice. 
È la memoria che lo dice.


mercoledì 25 gennaio 2017

Father and Son. (e se è possibile anche l'amichetto del son, grazie).

andavano con ragazzini dai 12 ai 17 anni in cambio di qualche spiccio, un paio d'occhiali taroccati, una ricarica. Avveniva a Milano, e si tratta di nove tra imprenditori, operai, liberi professionisti, commercianti, padri di famiglia: e allora forse, specie questi ultimi, vedrai che in realtà andavano a conoscere gli amichetti dei loro figli per assicurarsi che non frequentassero cattive compagnie. 
E voi subito a pensare male. E' una cosa che tutti i bravi genitori dovrebbero fare. 
Che padri esemplari, che sani valori da trasmettere ai figli, che guide insostituibili per dei ragazzi che attraversano un età così delicata. O no? 
ps: I figli ai gay? Giammai! Che poi diventano ricchioni. 
Che al confronto di ciò che possono diventare i figli dei padri pedofili è oro..


lunedì 23 gennaio 2017

no profit

ho capito che quello di Melania per Donald Trump non dev'essere stato amore a prima vista. Anche perchè quando se l'è sposato lui era già il bottino inguardabile che è adesso. E considerato che quel bifolco non è neppure particolarmente simpatico men che mai un pozzo di scienza, credo che le armi di seduzione sfoderate per conquistare la bella slovena siano state decisamente altre. 
Ma anche la santarellina Jaqueline non è che si svegliasse la notte singhiozzando per il fatto che Kennedy (se non altro decisamente più bello e affascinante) appartenesse ad una famiglia ricca e potente. Sarà un caso che la vedova inconsolabile finì col consolarsi tra le braccia incartapecorite di quel vecchio sarcofago di Aristotele Onassis, brutto come lo spavento ma che aveva tanti di quei quattrini da non sapere neanche più dove metterli? 
E chiamale sceme. Caso mai siamo noi a non averci capito un cazzo. Se ci fossimo fatte tutte un po più mignotte almeno una volta nella vita non è che ci avrebbe fatto male alla salute, temo. 
E invece tutta beneficenza.


sabato 21 gennaio 2017

Donald Duck for president

tanto per intenderci, dal sito della Casa Bianca sono già sparite le sezioni dedicate ai diritti civili, al surriscaldamento globale e alla comunità LGTB. Perciò intanto complimentiamoci con gli americani ignoranti e bigotti che, evidentemente ottenebrati dai grassi saturi che s'ingozzano, hanno tramutato in realtà il brutto film del Paperone razzista evasore trafficone e puttaniere che diventa presidente.
Cioè, il sogno americano.
ps: e smorzate sta cazzata di cantilena che con i terremoti e le le slavine stiamo a preoccuparci di Donald Trump. Aspetta che ci presenta il conticino delle spese militari per la difesa, cosa che peraltro smania di fare, e poi vediamo se ci riguarda o no.

oui, je suis Catherine Deneuve. O no?

Quello che però mi sfugge è chi cazzo vi ha detto che Charlie Hebdo fossero gli illustratori ufficiali delle Edizioni Paoline. La ferocia della loro satira credo sia ampiamente testimoniata dal fatto che nell'oceano di autori di satira in lungo e in largo il globo terrestre, chi è stato fatto zompare per aria siano proprio loro, deduco non perché pubblicassero barzellette birichine. Allora quando eravate tutti Charlie Hebdo andava bene la ferocia della loro satira indirizzata al mondo islamico, mentre ora va meno bene perché indirizzata, pur in modo un po macabro, alle nostre malefatte. 
Mi viene il sospetto che quando eravate tutti improvvisamente diventati Charlie Hebdo non vi foste mai presi il disturbo di capire di cosa cazzo stessimo parlando (e nel caso di alcuni di voi aggiungerei tanto per cambiare) il che mi suggerirebbe di consigliarvi di avere la decenza di starvene zitti e buoni adesso. 
Perché vorrei ricordarvi che nelle scorse ore noi avevamo un imbecille che da vent'anni rappresenta le povere istituzioni di questo paese che vagava per gli studi televisivi (anziché starsene a fare il lavoro per cui lo paghiamo profumatamente, ari-tanto per cambiare) con dei grotteschi moon boots ai piedi. E ora venite a dirmi che i vignettisti francesi hanno esagerato. Noi riusciamo puntualmente a produrre un tale schifo ben oltre ogni più fervida creativa immaginazione degli autori di satira. 
 Je suis stocazzo'.


domenica 15 gennaio 2017

instantanea-mente

dal mio profilo Facebook:
Non ho mai fatto mistero del fatto che ritenga Facebook un mezzo potentissimo, con i suoi pro (molti) ed inevitabili (insomma, alcuni evitabilissimi ma vabbè) contro. Tra l'altro veramente magnifico da un punto di vista tecnico, con una gamma praticamente sconfinata di funzioni e opzioni che la maggior parte di noi neppure conosce e che le altre piattaforme possono solo sognarsi. 
Ma c'è una cosa che m'intriga di Instagram, rispetto a Facebook. Io uso questo social (Facebook, ndb) con tono confidenziale, come se stessi parlando a delle persone che conosco, se non proprio con amici, con gli stessi identici argomenti che con chi conosco userei in un bar o su una panchina in piazza. Una volta parlo di cazzi miei, una volta scherzo un po sui cazzi tuoi, a volte un po di politica, un gossip su qualche personaggio del mondo dello spettacolo, un po di musica. E naturalmente qualche testimonianza di ciò che occupa una buona parte della mia vita, cioè il mio lavoro con il randagismo e la mia unione civile con i miei "coinquilini" a quattro zampe, ma giusto un po, perchè ho un'apposita pagina per quello. 
Poco più di tutto ciò e, appunto, tutte cose di cui parlo regolarmente con gli amici, con lo stesso tono e lo stesso approccio anche se naturalmente molti dei miei "amici" Facebook non ho la più pallida idea di chi cazzo siano, ma fanno comunque parte del "parterre" e tra l'altro l'hanno scelto loro, dato che io non chiedo amicizie. E perciò si ciucciano i toni e gli approcci che preferisco. Altrimenti si sbagagliano dai coglioni. 
Ma tornando a Instagram, complice il fatto che uno dei miei account, quello che uso di più (il mio personale in genere langue un po), ovvero @Orbetellove, è di natura non personale, è neutro, è al di sopra e al di fuori delle parti, allora ne approfitto per sganciarmi dall'onere di seguire le stesse persone che seguo qui (molte le seguo comunque) per avventurarmi in un mondo che non conosco e per giunta solo tramite l'uso delle immagini, dato che per fortuna ancora molti si attengono alla mission originale di Instagram che sarebbe solo quella di pubblicare istantanee della nostra vita, pubblicate espresso, senza tante divagazioni se non qualche sintetica indicazione generale, e soprattutto senza quelle cagate di massime, di aforismi, di catene etc, e invece conoscere, scoprire, capire, sollecitare un po della mia curiosità sociologica, se mi passate il farragginoso termine un po tronfietto, solo dal flow quotidiano delle immagini.
Il ragazzo ebreo che vive in Germania e che finalmente si gode, tappa per tappa, la sua agognata vacanza israeliana, con i suoi luoghi, i volti, i riti, le emozioni; 
o la bellissima modella bruna con i capelli afro ed i suoi progressi di scatto in scatto, di sessione in sessione, di fotografo in fotografo, vedendola crescere, migliorare, avvicinarsi a dei livelli di fotogenia ora si veramente professionali; 
o il giovane culturista che sorride, che più si fa il culo (e che culo, ma questa è una mia considerazione..) e più ride, con un entusiasmo con cui riesce a contagiarmi da migliaia di chilometri di distanza, al ragazzo che si sente un modello, un vero modello (pure bruttarello e rachitichino, pora stella) ma vivendo questa cosa in un tale stato di grazia che semplicemente commuove, con questa sequela infinita di foto con addosso dei capi non esattamente freschi di atelier, circondato da location periferiche colombiane che se scelte da un istrionico e isterico art director avrebbero un loro perchè, ma che in questo caso sono semplicemente le uniche disponibili aggratis, e avanti così. 
Non mi conoscono. Quella sigletta (Orbetellove, appunto) a loro non dice assolutamente un cazzo, non sanno se sono uomo, donna (ma comunque siamo versatili, fratè) vecchio, giovane, un parroco o un puttanonte. O più semplicemente un operatore turistico. E perciò molto "neutramente" ogni tanto gli regalo pure un commento, in genere lieve, in punta di piedi, perchè sto commentando a nome di Orbetellove (un'entità, diciamo) e un po formale: "complimenti" "bel progresso" "lovely" "interesting". Quando invece la familiarità che finisci con l'acquisire è tale, di giorno in giorno, di scatto in scatto, di mese in mese, che avrei voglia di dirgli: su però, sempre così tamarri voi colombiani: quei pantaloncini sono un incubo; 
attenta: sei borderline tra l'essere seria e solenne che va bene o tetra come una vedova vietnamita, con l'impulso di gridarle "seria fuori, ridi dentro", come faccio spesso. 
Oppure, mi hai scassato il cazzo co sta grisaglia, sei ancora giovane, non un figaccione ma pur sempre gradevole, perchè ste tristezze all'inglese che sono il corrispettivo maschile dei tailleur della Pivetti? Che ok che sono il tuo stile e va benone, ma che però a volte puoì anche un po sbrigliare, destrutturare. 
A volte mi irrito persino un po, a volte rimango un po deluso, a volte mi brillano gli occhi quando l'azzeccano in pieno. Eppure non li/le conosco ne mai lì/le conoscerò. Subentra quel senso di confidenza, di intimità che neppure con gli amici veri, qui su Facebook. Perchè le immagini puoi interpretarle come credi, puoi viverle e dar loro la vita che vuoi, quasi con creatività, perchè l'assenza di parole (specie l'alluvione di fetecchie che, permettetemelo, scriviamo qui (Facebook, ndb)) facilita la curiosità ed esclude l'intolleranza. 
Twitter lo vivo in modo passivo, cioè non interagisco granchè, lo sfoglio quasi come un giornale (dai un'occhiata a questo post e immagina quanto può starmi simpatica la cosa dei 140 caratteri..), Facebook per quello a cui serve è perfetto così.
 Ma Instagram mi porta via per qualche minuto, mi solleva e mi catapulta ora a Tribeca, ora a Guadalajara Puebla, ora dentro l'automobile di servizio di un giovane poliziotto indonesiano. And i just find it lovely.


Orbetellove Instagram

mercoledì 11 gennaio 2017

ah signora mia, guardi..

e senti: quand'è sbarcato di preciso quello che ha dato fuoco alla ex fidanzata? E quello che ha aperto il cranio di papà e mamma per i brutti voti? E quello che ha aggredito un primario con la soda caustica per gelosia? E quello che ha sparato tra la folla e per un pelo non ha fatto saltare il cervello a una bambina a Forcella? E quello che ha sfregiato con l'acido e reso quasi cieca la bella Miss perchè era stato lasciato?
Questi immigrati musulmani cominciano a essere davvero un grosso problema.

sabato 7 gennaio 2017

psycho killer

e perciò. Se è potuto entrare in un aeroporto e far fuoco significa solo una cosa: che un disturbato mentale aveva una pistola. E che i disturbati mentali in America possono comprare una pistola con la stessa facilità con cui comprano il Dixan per capi delicati. E che con l'arrivo di Mister Riportino d'Oro la situazione non migliorerà di sicuro, anzi. E che noi italiani in effetti un po imbecilli lo siamo. Ma voi, cari americani, ci battete a cazzo ritto.