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sabato 3 giugno 2017

LGTBQ u vu zeta.

sto seguendo con interesse questo dibattito dai toni asprissimi che sta un po spaccando la comunità LGTB italiana in seguito ad alcune prese di posizione ad esempio sulla cosiddetta maternità surrogata, e la reazione fortissima a queste prese di posizione. E leggo sottolineature piuttosto definitive di chi, persino legittimamente, giunge alla conclusione che se le vedute sono così diverse, meglio ognuno per la sua strada, e te al Pride non ci vieni, e io a te al Circolo non ti ci voglio, e gne gne specchio riflesso. 
Ok. Credo anch'io, e l'ho sempre pensato, che con molte delle persone che quell'orrore di acronimo impronunciabile vuole rappresentare (da qualche parte ho letto persino LGTBQI o roba del genere: un incubo) non ho veramente moltissimo da spartire. Credo anch'io di avere più interessi in comune con un uomo eterosessuale (la stragrande maggioranza dei miei amici proprio quello sono) che con una ragazza lesbica. Credo anch'io che una transessuale non potrebbe essere più lontana dal mio essere, dal bel rapporto che ho instaurato con la mia parte maschile, perchè spieghiamoci, l'altra parte è quella gay, non quella femminile che non esiste proprio. Credo anch'io che il problema più grande che un bisessuale possa avere sia quello di dover nascondere le proprie scorribande segrete da un lato all'altro del guado ai propri partner, possibilmente senza che per questo si senta vittima martire di questo mondo crudele. E francamente degli asessuali (prego?) semplicemente non me ne strafrega un benemerito cazzo. Però. 
E c'è sempre un però. Un tratto che mi accomuna a coloro che ho appena elencato e a quelli rappresentati dalle altre consonanti di questa sovraffollatissima sigletta (tipo, chi cazzo sono i Q? Va a finire che, se fate i bravi, un paio di consonanti per essere qualsiasi cosa ve le lasciamo) è il non essere eterosessuale. E tutti i problemucci niente male con cui la società a prevalenza etero continua a schiacciarci i coglioni. Cosi che rimango convintissimo che se nella vita privata preferirò andare a mangiare una pizza con un ragazzo etero piuttosto che con un transgender, quando si tratta di quagliare, di recriminare tutto il santo e benedetto recriminabile (pensa che solo un anno fa, nel 2016, in piena rivoluzione post-informatica, siamo riusciti a scucire il principio che non è mica carino che tu possa fare una cosa perchè ti piace la cionna e io non possa farla perchè mi piace la fava, sorvolando sul piccolo, insignificante dettaglio che se non una qualsiasi mente mediamente funzionante almeno la costituzione non dice esattamente questo), allora è urgentissimo sculettare fianco a fianco. Lo è e, temo, lo sarà per molto tempo ancora. 
Liberissimi di essere persino i primi a guardare in cagnesco un altro gay solo perchè è effemminato e "per colpa sua la gente continua a pensare che siamo tutti così" (mentre non c'è un modo prestabilito di esserlo. Si può vivere il proprio essere gay in una variopintissima gamma di modi che devono andare tutti benone, grazie, al di là di una battuta ironica che figurati se a me manca il verso di concedermi qualche volta), basta che poi davanti all'orrore dei dati che testimoniano inequivocabilmente che restiamo la tipologia umana più discriminata e perseguitata del pianeta anche (e soprattutto?) a causa del fanatismo religioso di qualsivoglia credo (una delle poche cose su cui vanno tutti d'accordissimo pure senza l'intermediazione del volenteroso Bergoglio) ci facciamo sentire tutti assieme. Anzi, continuando con sempre maggiore forza a proclamare nemico pubblico numero uno quelli che non hanno le palle per dichiararsi e continuano imperterriti a pararsi il culo rinchiusi dentro i loro favolosi armadi Ikea, proprio perchè sono sempre e solo loro a mancare all'appello, mentre gli altri prendono le botte per far vivere anche loro in modo più decente e dignitoso. 
Credo che di tutto abbiamo bisogno tranne che di fare come la sinistra italiana (parlo di quella seria, non sta robaccia catto-bancaria del PD), tramutatasi negli ultimi decenni in un pollaio di primedonnette litigiose, col fantastico risultato di percentuali elettorali da schedina Totip.
Cari L e G e T e UAIEMSIEI, sicuri di smaniare di fare proprio quella fine ingloriosetta?





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