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martedì 6 giugno 2017

casa dolce casa

io comprendo perfettamente l'emotività che c'è dietro tutti i post su questa cosa di Totò Riina. Quello che però c'è da dire è che la Cassazione non ha sparato una boiata, non si è fatta intenerire dal povero vecchietto in fin di vita (dando per acclarato che si sia realmente accertato che il furbone in fin di vita lo è per davvero), non ha dimenticato tutto l'orrore che c'è dietro quel nome, nè ha deciso di andare allegramente in culo al risentimento dei familiari delle molte vittime che certo non era difficile da prevedere. Quello che la Cassazione ha suggerito è una soluzione che nel nostro sistema giuridico è percorribile. Ma non solo nel nostro: in quello di praticamente tutti i paesi civili. Criminali che spietati e sanguinari lo erano quanto e più di Riina sono stati mandati a morire a casa, circostanza della quale il più delle volte non si sono neppure resi conto, tale la gravità delle loro condizioni. 
Sappiamo tutti di cosa è stata capace la nostra giustizia: un esempio tra i tanti, Angelo Rizzo, uno dei mostri del Circeo, a cui non solo fu concesso il regime di semilibertà nonostante l'atrocità da film splatter dei reati che stava espiando e diversi tentativi di evasione, ma al quale fu persino affidato un ruolo da educatore in una cooperativa sociale, durante lo svolgimento del quale si prese il disturbo di farne fuori un altro paio, di donne. Quello che inoltre non si comprende è perchè Provenzano fu fatto morire in carcere, ormai intubato e praticamente ridotto a una larva. Legali meno abili e tenaci? Può essere. 
Ma insisto: confidando che la legge del nostro Stato sappia con assoluta certezza che a 'u curtu rimangano solo pochi giorni di vita, allora l'opzione è ventilabile. Non dico favolosa: ventilabile. 
Capisco chi dice che è orribile anche solo il messaggio che si lancerebbe: tu ne commetti di ogni, tieni per le palle uno Stato per decenni (perchè poi vittime di Riina lo siamo tutti) e noi ti mandiamo a morire a casa tranquillo e beato. Ma capisco anche che potremmo leggerla diversamente, cioè uno Stato che ha la forza e la lucidità di dire alla mafia "noi non siamo schifosi come te".


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