LABELS

ALTROVE (766) UN ALTRO GIORNO (253) QUI E ORA (106) NOTE (8)

sabato 8 ottobre 2016

loro si che valgono.

Mi capita spesso di buttare un occhio su "Tu si que vales" (e ancora prima "Italia's got Talent"). Quello che vedo è una serie praticamente infinita di talenti, di atleti, di artisti che sinceramente non è difficile immaginare in un contesto circense.
 Devo dire che non è arduo lasciarsi sedurre: tante, tantissime esibizioni di livello elevatissimo, che poggiano, oltre che sulle strabilianti abilità dei protagonisti, su idee diverse: originalissime o di stampo più tradizionale, alcune divertenti, spasso allo stato puro, alcune più contemplative, altre romantiche, altre ancora di grande suspance (tipo uno che fa il giocoliere con i fulmini, e intendo veri fulmini, prodotti da apposite apparecchiature, in un contesto sceno-coreografico mozzafiato). Danza che sfiora il contorsionismo, equilibrismi che sfiorano il teatro-danza, costumi, luci, effettistica, tutto molto ricercato e soprattutto originalissimo, ognuno con la propria idea, con la propria creazione, che spesso rasenta il geniale. E mi risulta che ci sia un vero e proprio network a giro per l'Italia e per il mondo di questo tipo di artisti, che tra l'altro è possibile vedere esibirsi in format gemelli appunto un po ovunque e che io definirei i nipotini (talentuosi) di Momix o Cirque de Soleil, per intenderci. 
Quello che voglio dire è che questi programmi vengono trasmessi solo dalle reti tv più importanti nelle fasce di maggiore ascolto e che sono perciò reputati (e gli ascolti non smentiscono) papabili per un pubblico vasto, di ogni genere e ogni età, compresi i bambini. Ogni nuovo numero, ogni altra esibizione che vedo mi convince un po di più di quanto non ci sia veramente più bisogno di quell'immondezzaio di circo come lo conosciamo noi, nella fattispecie quello con gli animali imprigionati, torturatati, ridotti alla schiavitù. Per una vita intera. 
Perchè spesso l'alibi di alcuni, ma permettetemi soprattutto di molti genitori facilotti e temo non troppo attrezzati per quel difficile mestiere, è proprio che piace ai bambini. Evidentemente ai bambini piacciono tantissime altre cose, che non richiedono la sofferenza perpetua e la schiavitù di nessuno, ma solo il talento, l'impegno, la sfida, l'estro, il genio che tra l'altro sono valori che se fossi un genitore considererei obbligatorio, non opzionale, trasmettere ai miei figli. 
Specie quando il compito di farlo è reso più semplice e gradevole dall'incanto e dalla bellezza di quelle performance.



Nessun commento:

Posta un commento