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martedì 27 settembre 2016

anti-social(e)?

una volta per tutte e sperando di non tornarci più su (stavolta mi dilungo un attimo, e se non ti piace vaffanculo). Perchè comincio ad avere le palle un po piene di coloro che mi dicono che sono "sempre incazzato" e che questo è ciò che traspare dall'uso che faccio di questo specifico social. 
Spiacente di deludervi. Io sono una delle persone più allegre che conosca. Io giro in macchina ascoltando musica allegra, cantando e ahimè a volte ballando pure (al volante). Tutti i giorni, sole o pioggia, incondizionatamente. In pubblico è raro, direi molto raro, che non abbia il sorriso stampato in bocca e temo che ad essere un po incazzati e frustrati siate proprio voi che non disponete neppure di quel po di senso dell'ironia da captare che quasi niente di quello che scrivo e pubblico non sia, appunto, ironico, sarcastico, divertito. Solo che per comunicare ciò gradirei non essere costretto ad infiorettare con faccine, sorrisini, cuoricini, canini e favine. Ritenete che sia una cosa da fare, da adulti? Prego, accomodatevi. Io ritengo di no. E preferisco che siano il tono, le parole, persino la punteggiatura a far capire che aria tira anche se mi sembra di intuire che molti fatichino a interpretare. E mica mi sorprende più di tanto, dato che alcuni di questi hanno persino delle serissime difficoltà a scrivere a livelli di terza elementare (oggi ci diciamo tutto, ok fratè?) e perciò, deduco, a leggere. 
Innanzi tutto la quantità: a differenza di molti di voi scrivo e pubblico al massimo uno, due post al giorno e alcuni giorni (molti, in realtà) nemmeno quelli. Credo perciò che abbiate seri problemi di intolleranza nevrastenica se reputate questo faticoso da sopportare. Perchè i post sono hanno una data, e basta dare una controllatina per vedere che è esattamente così. 
Ma sono un blogger. E ho tutto il diritto di volerlo essere. E un blogger scrive per gli stessi motivi per cui un pittore dipinge e un fotografo fotografa: per puro piacere. Mio, personale. Non di chi legge, dato che nessuno è obbligato a farlo. Ma "blogging" è la prima parola che appare nelle note di ogni mio account. Difficile non notarla. Se non vi piaceva la prospettiva, bè, rimaneva sempre l'opzione di andare affanculo altrove perchè un altro dettaglio non esattamente trascurabile sta nel fatto che io sistematicamente non chiedo amicizie. Chi ho tra gli "amici" mi ha chiesto l'amicizia. Se questa "amicizia" si è poi rivelata urticante, ariandate affanculo. Io il "contatore" degli amici credo di non averlo mai degnato neppure di un singolo sguardo da quando ho un account Facebook. Nella realtà ho degli amici così fantastici, che quando ho avuto bisogno non hanno lesinato assolutamente nulla in termini di tempo ed energie, da considerarlo veramente e propriamente uno dei privilegi che ho ricevuto nella vita, secondo me neppure meritatissimo, o meritato per motivi che a me rimangono oscuri. Ma è così, ed è così da decenni. Evidentemente non sono questo mastino rabbioso che qualcuno vuol far credere. Va da se che le amicizie vere, reali, carne e ossa a me bastino e avanzino. Quelle social sono carine e simpatiche. Ma se a un certo punto decidono di abbandonarmi al mio destino di povera piccola fiammiferaia del micro-blogging sedotta e abbandonata, ops, vedrò di sopravvivere. Ne ho superate di peggiori, temo. 
Ma, come ho avuto occasione di scrivere giusto qualche giorno fa, io sono nato libero. E intendo li-be-ro. E se non vi dispiace, intendo schiattare libero. Io non sono tenuto a sperticarmi in elogi nei confronti di un'amministrazione, di un politico o di un governo: se lavorano bene fanno semplicemente quello che sono tenuti a fare, niente di più e niente di meno. Se invece a mio parere lavorano male allora io mi sento in dovere, e intendo dovere civico, di dissentire e soprattutto di manifestare il mio dissenso nel mio piccolo e con i mezzi che ho a disposizione. Perchè sai cosa? Io sono realmente convinto che chi non lo fa sia una pecora. E che dovrebbe mettersi un bel campanaccio al collo e din-dolon. 
Alla fine della fiera io il mio debito con il sistema in cui vivo, che innegabilmente qualcosa mi da, come a tutti, credo di ripagarlo (a differenza di molti altri): faccio volontariato, quantificabile in ore ogni singolo giorno. Per carità, niente che mi debba valere la beatificazione: cerco sempre di non dimenticare che c'è chi il volontariato lo fa nei posti più difficili e inospitali della terra, a rischio della propria vita, che ci sono medici e fior di primari che hanno mollato tutto per andare a svolgere la loro opera per Medici Senza Frontiere. Però lo faccio a sufficienza da sentirmi in pari, lo faccio abbastanza da ritenere il mio debito con la comunità in cui vivo estinto. E questo è uno dei motivi che mi la sera mi manda a letto sereno e beato come un bambino. Altro che incazzato. 
Un altro dei motivi è che io nella vita faccio quasi esclusivamente cose che mi piace fare o che perlomeno ho scelto di fare, accollandomi tutte le conseguenze di questa scelta. Ma proprio tutte. So che per molti non è così. E questo può essere il motivo delle vostre frustrazioni, della vostra insoddisfazione, della vostra rabbia. Non della mia. 
Cosa vuoi che ti dica, che mi piace tutto quello che invece voi postate? Che mi piacciono quelle favate di aforismi da discount? O le citazioni pseudo-colte che nella stragrande maggioranza i poveri nominati-invano non si sono neppure mai sognati di dire o scrivere, vedi la pora Alda Merini, al numero uno nella classifica dei più tirati per la giacchetta a cazzo di cane?. Vorrei solo dare un'occhiatina alla biblioteca personale di tutti questi fans della compianta, per vedere quanti suoi libri di poesie ci trovo. 
Vuoi che ti dica che mi piacciono le miserabilissime catene di Sant'Antonio, quelle del "copia e incolla sul tuo profilo"? No. Affatto. E anzi, penso che chi abbocca sia un luccio. O la quantità industriale di bufale sugli immigrati, sulla Boldrini, sui "buonisti", fabbricati ad arte da siti che sullo spessore culturale di grana grossa dei boccaloni (tanti) ci guadagnano e nemmeno poco? Che per paradosso sti furboni spesso non sono neppure lontanamente fascisti e razzisti come la merda che diffondono, ma semplicemente scaltri a sufficienza da approfittare dell'imbecillità dei suddetti. 
O magari i selfie con le bocchine? Che, diciamocelo una volta per tutte, io reputo una delle più palesi manifestazioni dell'imbecillità che ammorba l'umanità. No. Non mi piace niente di tutto questo. E qualche volta commento, e commento con un pizzico di senso critico. Ma se questo vi da fastidio, allora organizzate dei bei pomeriggi di ricamo, te' e pasticcini con poche persone fidate che vi assecondano e non contraddicono. Perchè i social sono un'altra fregna. Facebook, come altri network, mette a disposizione una funzione che si chiama "commenti", non "elogi e basta, prego". E se si gioca si sta alle regole. Altrimenti dedicatevi agli adorabili test su quale animale saresti e quale tra le tue amicizie è quella con cui condividi il maggior numero di peticelli sul culo. 
Sia chiaro: io credo che questo social in particolare sia una delle più portentose invenzioni dei nostri tempi. E utilissima, oltre che moderatamente divertente. Tutto sta ad usarlo con un pizzico di consapevolezza e di spirito analitico. Intendo, se condividi una citazione di Tolstoj c'è il rischio concreto di fare una figura di merda con chi Tolstoj l'ha letto davvero, che magari ti fa notare che Tolstoj quella favata non l'ha mai scritta. N'est ce pa? 
Quando ci si espone, quando ci si apre, quando ci manifestiamo, può starci che ci sia un plauso. Come pure un rinculo però. Meglio aspettarselo.
Piuttosto, temo putroppo che questo social, e l'intero web in generale, sia infestato di odiatori. Anzi, ne sono certo. E sai cosa, cari odiatori? Io ho molti più motivi per farmi odiare da voi di quanto possiate anche solo lontanamente immaginare. E questo mi fa godere come una lorda. Perchè io ringrazio non so chi ogni giorno per essere diventato un uomo aperto, tollerante, progressista, ambientalista, animalista, femminista, pacifista e un sacco di altri ista. Altro che incazzato.
 Ma, grazie al cielo, anche in perenne, aperto conflitto con i patetici razzisti, bigotti, trogloditi e fanatici religiosi da operetta di questo mondo. Che se adesso, in questo preciso istante, si scapicollano nel mio profilo a togliermi l'amicizia, fanno solo e nient'altro che la cosa giusta. 
Voi siete incazzati con l'umanità, tesorini. Non io.



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