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sabato 23 luglio 2016

gli stragisti della domenica

cioè, prima o poi si deve morire ed è pacifico. Ma morire perchè un cazzo di sfigato disturbato in un tranquillo venerdì di luglio decide di imitare non si sa chi e sparare random sulla folla, deve far girare i coglioni. 
Sperando di non essere frainteso, credo che morire vittime di un attentato abbia già un senso. Orribile, ma ce l'ha. Ma morire per mano di un dissociato in preda ai suoi personalissimi deliri ammanta la tua morte di un senso di inutilità che paralizza. Non che gli altri attentatori stessero meglio in quanto a svalvolatezza. Credo che nessuna persona remotamente sana di mente distruggerebbe innanzitutto la propria stessa vita in nome di chissà quale cazzo di entità più o meno spirituale. Ma bene o male erano comunque finiti in una rete, in un gorgo, con un qualsiasi cazzo di cosa da recriminare, in nome della quale agire. 
Ma i decerebrati come quello di ieri o della serie infinita di Columbine americane non ce li ha mandati assolutamente nessuno a fare quello che hanno fatto. E nessuno si è mai preso neppure il disturbo di assumersene in seguito la paternità. Così, puro e semplice fai da te dello stragismo da trastullo. 
 E a me personalmente cascano le palle.


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