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martedì 12 aprile 2016

in nome del padre

il delirio idolatrico di cui è inondato il web in occasione della morte di Casaleggio fa spavento. E non per modo di dire: spaventa davvero. Almeno me.
I seguaci del Movimento 5 Stelle non si risparmiano di certo in iperbole da struggimento, sino a roba tipo "per me era un fratello, un padre". Prego?
Vediamo: con tutto il rispetto per la persona (un professionista di rara abilità nel settore della comunicazione più che un politico) perchè mai un leader polito dovrebbe essere mio fratello? In base a cosa dovrei considerare un personaggio che stimo, che ammiro, anche molto, anche moltissimo, un padre? In questo tsunami di venerazione, di rapimento mistico, di culto della personalità c'è qualcosa di ancora più malato che nella cloaca maxima della vecchia politica a cui Casaleggio ha sicuramente dato, nel bene o nel male, una sonora spallata. E di certo non contribuiscono a diradare il mio senso di disagio i logorroici, incomprensibili sproloqui affabulatorio-propagandistici di un Dario Fo spappardellato ad uopo praticamente in ogni dove: giornali, siti, tv.
Riposi in pace, Casaleggio. E riposi un pochino anche lei, signor Fo.

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