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venerdì 20 marzo 2015

l'ecatombe..

uno dopo l'altro. Senza scampo. Perchè un nemico così subdolo e silenzioso ti lascia poche chance di difesa, ti attacca quando meno te l'aspetti.
E io li vedo cadere, uno via l'altro, con un grande senso d'impotenza, con la frustrazione di non poter fare niente per fermare questa ecatombe.
Per una volta non ci sono differenze: uomini, donne, benestanti, poveracci, anziani e putroppo bambini. Senza distinzioni. Qualcuno ha provato a combattere, a opporre resistenza, ed è stato colpito di nuovo, se possibile con ancora maggiore ferocia, senza pietà. Rimani impietrito davanti a quegli occhi lucidi, alle voci rauche, al pallore della sofferenza. Ma non puoi fare niente se non un semplice gesto gentile come porgere un fazzoletto di carta e poche parole di circostanza.
Intere famiglie, comunità, luoghi di lavoro, scuole. E tu ti ritrovi da solo, ma ancora miracolosamente in piedi e con questo senso di accerchiamento, con questa sgradevole sensazione di essere nel mirino, con la piena consapevolezza che il prossimo potresti essere proprio tu.
E allora spegni la luce e vai a dormire sperando, magari pregando che non accada domani, che non tocchi a te, con quel senso di disagio che comporta il sapere benissimo che puoi essere colpito anche di notte, anzi soprattutto di notte con la complicità del silenzio e dell'oscurità.
E ti senti pervaso da un brivido. E ti ritrovi in bilico tra quel lieve senso di panico e il sollievo di saper di essere.. circondato da un'esercito di pappemmolli, di vecchi cerotti, di poveri rottami che si so' beccati l'influenza e te invece no.

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