Napule è tante cose. Forse troppe..

non so. Ma io ad un certo punto, frequentando la gente di Napoli, ho avvertito una certa ostilità. Una sottile forma di ostilità nei confronti dell'artista che solo fino a poco prima in quella città era una specie di eroe nazionale, magari grazie a canzoni come "Napule è". Forse ho frequentato per coincidenza gli unici napoletani ostili a Pino Daniele (tanti però), ma ti dirò di più: ho anche avuto l'impressione che questa ostilità fosse reciproca.
Alcune cose non gli erano state perdonate, e alcune cose lui non le aveva perdonate a Napoli.    Alcune scelte, alcune dichiarazioni. Di sicuro la sua ferocissima battaglia contro i neo-melodici (dei quali allora la punta di diamante era l'astro nascente Gigi D'Alessio) non gli ha attirato grandi simpatie. Perchè, ci piaccia o no, i napoletani inspiegabilmente amano i neo-melodici. Tantissimo. Un'attitudine spesso interpretata come snob nei confronti della cultura popolare della sua città, un carattere spigolosissimo e il trasferimento in un'altra città (cosa che i napoletani spesso non perdonano ai loro artisti più amati), un insieme di cose che hanno creato questa piccola collisione, questa sensazione di attrito. Credo che negli ultimi tempi questa cosa si fosse un po' ammorbidita. Ma non ci giriamo tanto intorno. L'ipotesi che Napoli e Pino Daniele ad un certo punto non si amassero particolarmente non è del tutto campata in aria.
Solo pochi giorni fa, tornando dal concerto di San Silvestro, aveva twittato "tornando a casa" E casa era qui. Non là. E il fatto che i media stiano divulgando la notizia che sarà sepolto appunto qui da noi secondo me la dice lunga.
 Io, come tutti, mi sono innamorato pazzamente di altri luoghi, di altre città. Proprio Napoli, per esempio. Ma anche Londra o Firenze. Ma avrei sempre dato per assolutissimamente scontato che se mi fosse successo qualcosa qui sarei voluto tornare. Lui no.
E questo dovrà pure significare qualcosa.