LABELS

ALTROVE (766) UN ALTRO GIORNO (253) QUI E ORA (106) NOTE (8)

domenica 8 settembre 2013

School's out. For ever.

Ho odiato profondamente ogni singolo minuto trascorso sui banchi di scuola. Penso di essere l'unico al mondo a non conservare neppure un ricordo positivo di quei giorni. Qualsiasi cosa anche remotamente carina mi causava orticaria per il semplice fatto di essermi successa lì. Per lo stesso motivo non ho mai continuato a frequentare neppure una persona con la quale ho condiviso quell'esperienza. Non che non ve ne fossero di adorabili: è che detestavo l'idea di non averle scelte ma di essermele ritrovate in dotazione coatta assieme a righello e pennarelli.
Ricordo come veri e propri traumi i soprassalti di sclero o le esplosioni di isteria premestruale di alcune insegnanti, soprattutto nei primi anni; detestavo tutto quello che avrebbero dovuto insegnarmi, mi facevano orrore i colori delle aule, e il puzzo delle palestre mi intossicava. 
Un paio di volte ho provato con le gite scolastiche, trovandomi a condividere la camera d'albergo con degli alienati per niente interessati ai dischi dei Vibrators che io adoravo, e che anche solo per questo per me risultavano essere dei tali sfigati infrequentabili che se la gita fosse durata anche solo un'istante di più avrei chiamato la polizia per farmi riportare a casa, altro che condividere la camera. 
Una volta che mi hanno beccato a fare zozzerie nel bagno, in uno dei rari momenti realmente ispirati di tutta la mia intera carriera studentesca, fui convocato da metà dirigenza trasversale all'intero corpo docente della provincia tra cui brillava sta preside, riposi in pace, che si affannava a tranquillizzare mia madre sul fatto che certi "errori giovanili" (adeguatissima al ruolo, la signora) un giorno sarebbero stati solo un ricordo e alla quale mi premurai di replicare di badare a tenermi alla larga suo marito che non si sa mai. 
Ero diventato un tale asociale ingestibile (ma solo in quell'ambito, grazie al cielo) che i nuovi insegnanti arrivavano in classe letteralmente terrorizzati dopo aver evidentemente ricevuto istruzioni cautelative preventive, tanto che una poveretta, dopo aver buttato un'occhiata finto-distratta al registro, inquisì trionfante: "vediamo. Chi è Daniele Innocenti?". Peccato che quell'anno fossi l'unico maschio in una classe con 26 femmine. E perciò  alzandomi flemmaticamente in piedi risposi: "indovina".
Perchè queste considerazioni tutto sommato personalissime di cui evindentemente non può importare una beatissima minchia a nessuno? Perchè inizia un nuovo anno scolastico. E pur nella consolante consapevolezza che non esista un solo studente in tutta l'Italia centro-peninsulare che detesti la scuola quanto io la detestassi, mi esce dal cuore un sincerissimo "buona fortuna".
Ps. tranquilli ragazzi: neppure lo scrivere tre scemenze in un italiano appena indispensabilmente corretto l'ho imparato a scuola. Vada come vada vi consiglio di ricordare che un modo per essere delle persone migliori, fuori da quelle quattro mura, lo si trova comunque quasi sempre. 










Nessun commento:

Posta un commento