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giovedì 31 maggio 2012

Pride 2012: pacatamente e serenamente..

Premetto subito che la soluzione adottata dal Comitato Bologna Pride mi è sembrata  un capolavoro di ipocrisia veramente fenomenale. Un pride senza carri (e perciò senza musica) ma con la banda e i prodotti tipici delle belle terre colpite dal terremoto mi sembra una roba che se non fosse per la tragicità del contesto sarebbe comica. Surreale. Manca solo l'invito alle trans ad indossare il tailleur.
Ed averla definita una mega-cagata italica seconda solo ai socialisti di destra (ma senza allontanarci troppo con la memoria,  anche alla parata "sobria" di Napolitano e accoliti) ha suscitato le ire di Aurelio Mancuso di Equality Italia che se sbirciasse tra i miei post vedrebbe che il termine "cagata" non lo lesino, magari però ironicamente, non irrispettosamente, e che invece  mi ha definito "inutilmente offensivo e irriguardoso" nei confronti degli organizzatori del Pride bolognese.
Ma per carità. Nessuno vuole mancare di rispetto al lavoro di nessuno. E chi sarei io per farlo. Vorrei anzi poter dare una mano, ma sono logisticamente lontanissimo e  trattenuto qui da un irrispettosissimo impegno quotidiano full-time di volontariato col randagismo felino.
Mancuso controbatte che i carri ("sono storia recente") non sono necessari per manifestare  quanto siamo incazzati (ma io continuo  a sospettare che i gay italiani non lo siano poi così tanto, visto e considerato che un'enorme quantità di loro continua a votare per il partito dei Letta e delle Bindi, e fermiamoci qui..).  Ma non si sarebbe semplicemente potuto spostare data o luogo, anzichè inventarci st'ibrido?
A parte che sui "carri storia recente" invece qualcosina da dire l'avrei. Forse Mancuso è, beato lui, più giovane di me e non sa che i carri ai Pride ci sono da sempre, dalla mitologica automobile dello Stonewall, come pure tutto il resto: la musica (disco prima, house dopo), le bandiere multicolori, i bear cuoiati e i culi all'aria delle drag.  E credo che  comunque abbia capito perfettamente che il problema non è quello dei carri di per se: ma la fisionomia stessa del Pride. Un pò come ammettere che questi elementi siano irrispettosi  come più o meno  da sempre va starnazzando la Santanchè, che il Pride sia una manifestazione irrispettosa, talmente irrispettosa da dover essere completamente snaturata e remixata in un momento di tale solennità. E giù con i commentoni ampollosi tipo "bisogna FARE non MANIFESTARE" (con le maiuscole..) come se una cosa escludesse l'altra. E poi: chi cazzo l'ha detto poi che non bisogna manifestare? E cosa minchia fanno allora in questo mese milioni di gay in ogni latitudine del globo? E cosa fanno da sempre gli studenti, gli operai, tutti gli incazzati dell'universo? Si uniscono e manifestano: e ogni manifestazione è un mix di riflessione, proposta, e festa, musica, cori, canti, schiamazzi, visi imbrattati e bandiere sventolanti. E perchè questo, se fatto da noi, diventa irrispettoso nei confronti delle povere vittime del terremoto? Per caso il 9 giugno lo sport si ferma o tacciono i cori sugli spalti? Le discoteche chiudono o organizzano raduni new-age? Le radio si zittano o tramsettono adagi? No: niente di tutto questo. Il mondo, anche quello a due passi dalle macerie dei nostri connazionali, continua a girare. E grazie al cielo, aggiungerei. Ma secondo le decisioni di "buon senso" (solo il termine mi fa drizzare i peli) del Comitato bolognese, solo il Pride deve essere modificato, liofilizzato, attutito, mortificato.
Perchè noi, come comunità, non abbiamo morti, torturati, pestati, carcerati da recriminare. Perchè da sempre, da quel lontano 69, il Pride evidentemente è la festa del "tutto va bene madama la marchesa", e in caso di attentati, tragedie e calamità si rettifica, si sottopone a re-styling. Perchè al Pride non si è ballato e fatto chiasso anche nei tremendi anni post-boom dell'aids, quando di gay ne morivano a frotte. I movimenti gay (alcuni, non tutti certo) italiani hanno in molte occasioni dimostrato memoria corta sulla nostre battaglie, sulla nostra cultura, sulle nostre recriminazioni e la loro stessa fisionomia. E bene che andava, soventemente arrivavano tardi. Esattamente come adesso, quando siamo gli unici stronzi a non avere una legislazione che ci tutela, e per i diritti civili, e per i crimini d'odio ma ugualmente ci si chiede di "abbassare il volume", solo noi, per il lutto che ci ha (esatto, Mancuso, CI HA: ivi compreso questo irrispettoso connazionale delle vittime) colpiti.

Ps: twit del "rispettoso" Mancuso solo qualche istante dopo:

E' evidente che Riccardi non ne capisce nulla, e spara le solite tiritere demagogiche, per questo Vespa lo ha invitato?


Ed eccolo il Pride 84, silenzioso e senza carri nel momento in cui la triste contabilità delle vittime dell'Aids all'interno della comunità gay internazionale  raggiungeva il suo picco massimo..



 La mitica Stonewall car.

mercoledì 30 maggio 2012

UN'ALLUVIONE DI FISCHI

Il presidente Napolitano rappresenta lo Stato in tutti i suoi apparati, compreso quello militare. Un suo gesto simbolico basta e avanza: è, cioè, lo Stato che onora una data importantissima. Ma quegli spiegamenti muscolari (le parate) oltre che vetuste e vagamente coreane, sono dispendiosissime e francamente in un momento come questo mi sembrano fuori luogo. Mi rendo conto che adesso è facile soffiare su questa fiamma. Ma a me la parata farà venire in mente soprattutto il fatto che ancora foraggiamo con una baraccata di quattrini delle cagate di "missioni di pace" all'estero che sarebbe veramente ora di interrompere. In quanto ai terremotati e al fatto che la parata sarà dedicata a loro, per quanto mi sforzi di non essere cinico, mi sembra un tale esercizio di iprocrisia da lasciare senza fiato, signor Presidente. Se a tutti i pagliaccioni della nostra favolosa classe politica che non rappresenta più un cazzo di nessuno, che immagino saranno tutti in bella mostra in prima fila alla parata, spareremo un'alluvione di fischi, allora si che faremo una cosa graditissima alle popolazioni terremotate. Mi prendo la responsabilità di interpretare il loro pensiero..

martedì 29 maggio 2012

Lasciate stare le ragazze.

Se c'è una cosa che veramente mi disturba è vedere postate sui social network le foto di ragazzi gay che si sperticano in effusioni da fotoromanzo Lancio con delle ragazze. Mi chiedo se questi mostriciattoli pavidi si randano conto di quanto stiano offendendo non solo i sentimenti ma anche l'intelligenza di queste giovani donne alle quali possiamo tutt'al più imputare la colpa di essere un pò ingenuotte (un pò troppino, belle: sveglia!). Se ne dibatte da una vita: è una faccenda privata o no? E doveroso dichiararsi o no? A parte che, qualsiasi opinione si possa avere a riguardo, un conto è far credere che Cristo è morto di sonno e usare tutti i mezzucci per riuscirci, tutt'altra fregna è quando per perseguire questo fine si calpestano, si mortificano i sentimenti altrui. Ragazze giovani che nel periodo dell'adolescenza e dintorni avendo un disperato bisogno di conferme, di dimostrazioni di affetto, si rendono a questo modo particolarmente vulnerabili alle mire di questi volponi che mandano in avanscoperta proprio una maggiore gentilezza, empatia, complicità con le femmine, per accalappiare le loro prede da utilizzare per quella roba brutta già nel nome, la copertura sociale. La scusa è sempre quella: problemi in famiglia, mio padre non capirebbe e bla bla bla. A parte che quì nessuno è figlio di David e Angela Bowie. Abbiamo tutti avuto questo problema: tutti. Noi più grandi siamo figli di genitori che non hanno proprio disposto degli strumenti socio-culturali per affrontare la cosa. Eppure eccoci qua: vivi e vegeti. A molti è costato tantissimo, però. Allora va da se che qui c'è un problema: qualcuno è più pavido, più vigliacco, più cagasotto di altri. Bene o male, siamo ormai decenni di distanza da quando il problema era serissimo a livelli di sistema: adesso, a parte gli imbecilli (ma non penso che il passare del tempo, i cambiamenti della società e delle leggi, saranno un grande rimedio per questa piaga pluri-secolare..) è tutto immensamente più facile di una volta, è tutto enormemente più facile che in altri paesi del mondo: ma proprio non vogliamo portargliene un pò di rispetto ai milioni di ragazzi che in altri luoghi e latitudini rischiano le botte, le torture, il carcere se non la pena di morte solo per essere ciò che sono? Davvero non riusciamo a pagargli questo piccolo prezzo di riconoscenza alle generazioni che ci hanno lasciato in eredità un mondo dove certe battaglie c'è chi le ha combattute per noi? Siamo ancora qui a mettere di mezzo ragazze ingenue, mogli frustrate, donne vulnerabili solo perchè non siamo capaci di tirare fuori le palle? Le donne non hanno già sufficienti motivi di giramento di coglioni senza che ci affanniamo pure noi ad aggiungere il carico? Se il gay paranoico che si fa prete perchè così usufruisce del celibato imposto "dall'alto" (che ci sono più gay nei seminari che al Mucca Assassina..) è semplicemente patetico, quelli che usano le donne come scudo umano per le proprie strategie sono stronzi, non patetici: stronzi. Eppure il coraggio di girare per strada addobbate come baldracche da film di Tinto Brass ce l'avete, che al confronto io a volte mi sento Primo Carnera, e per carità: ne avete il diritto sacrosanto. Però poi, oops, non avete il coraggio di dire a vostro padre: 'io sono gay, fattene una ragione' e assumervi la responsabilità delle conseguenze. Ora, non so di quali campioni di perspicacia siate figli: ma il vostro desiderio vigliacchetto di non imporre scossoni al quieto vivere vostro e dei vostri cari non può costare questo affronto all'affettività di una donna e all'intelligenza dei vostri amici. Giratela come vi pare, tromboni del "è una faccenda privata": non lo è affatto. Fino a quando i primi a pensare che nei gay c'è qualcosa di storto saranno proprio i gay, non vedo proprio come poterla rifilare al resto dell'umanità sta patacca. Perchè penso che il problema sia che questi non si piacciono. Questi non si piacciono proprio. Questi sono cresciuti coi tronisti e le corteggatrici, gli spot del Mulino Bianco e le canzoni di Alessandra Amoroso, e tutto ciò che non somiglia a sta merda ha qualcosa che non va. Perchè altrimenti io non riesco a spiegarmelo. Io non stavo lì col pallottoliere a quantificare i pro e i contro; io la contabilità benefici-rotture di coglioni non l'ho proprio considerata. Io non potevo fare altrimenti perchè io ero così e a questo non c'era alternativa da considerare neppure remotamente plausibile. Stop. E poi succedesse ciò che doveva succedere: io non potevo fare altrimenti. E, oplà, eccomi qua. Sopravvissuto, scampato, reduce. Rotture di cazzo? Si, tante. Tantissime. Enormi. Ma che ci vuoi fare: è andata così, sono gay, e se esserlo comporta ancora dei costi alti, talvolta altissimi, bene: paghiamo. Ma di certo non mi abbasso al "vieni quà bella sorca che ti sbatto come un cencio molle". Il cielo ce ne scampi: sono dei tali pagliacci i maschioni che poi t'assediano di notte fino allo sfinimento, che figuriamoci se muoio dalla voglia di fare io la stessa sfigatissima recita. Non si può proprio vedere: girano per il Corso con la borsetta al polso e il ciuffo cotonato che nemmeno le damine del 700 veneziano, poi però hanno bisogno dell'amore naif di una ragazza per pararsi il culo. No, bellini: non si fa. Fatevi preti, gonzi buddisti, santoni new-age inventatevi quello che cazzo vi pare se volete prendere per il culo il mondo (bu bu..) ma per l'amor del cielo, qui e ora: lasciate stare le ragazze.
 Ps: non ho corredato questo post con QUELLE foto solo per non infierire sulle ragazze, non per portare rispetto a voi. Da sempre sono favorevolissimo all'outing o, diciamolo in italiano, sputtanamento coatto.

venerdì 25 maggio 2012

PRESENTATORE A CHI?..

Ieri sera Sergio, un amico e saltuariamente collaboratore di Laguna Trend per ciò che concerne l'impianto scenografico, mi ha chiesto: "che ne pensi di quel presentatore.."?
 Penso, caro Sergio, quello che penseresti te se domattina arrivassi io e cominciassi a fare il tuo lavoro senza avere la più pallida idea di come cazzo si fa.
Penso quello che penseresti te di chiunque si improvvisi a fare il  lavoro  che tu hai imparato a fare con tempo, tenacia, sacrificio e pazienza, che hai affinato con l'esperienza, che hai dovuto fare, specie agli inizi, per due soldi, come spesso succede nella fase di apprendistato o come si dice nel caso di quelli che fanno il mio lavoro, durante il periodo della "gavetta".
Penso inoltre, a rischio di risultare spocchioso  (ma la mia storia mi fa fede) che il mio lavoro sia uno di quelli che hanno a che fare con l'intrattenimento, la comunicazione, lo spettacolo, e che perciò richiedano quel quid, quel qualcosa di speciale che ampollosamente chiamiameremo talento. Uno di quei lavori, perciò, che non tutti possono fare. Uno di quei lavori che dovrebbero essere lasciati fare a chi ha il talento per farlo, meglio se abbinato a tecnica e esperienza.
Certo, di presentatori sprovvisti del benchè minimo talento ve ne sono a bizzeffe anche in situazioni ultra-professionali (nei giorni scorsi da ste parti girava la Danieli: ecco, quella è una conduttrice/presentatrice clamorosamente sprovvista di qualsiasi cosa che al talento somigli pure solo remotamente). E ci può stare.
Ma il mestiere no, non deve mai mancare: almeno il mestiere, la tecnica, l'esperienza, quelli che si accumulano con gli studi, con gli anni, con le serate sfigate in cui devi fare il buffone davanti a 4 disperati, di serate a alto tasso alcolico (discoteche, per esempio) dove ti insultano e ti fischiano a prescindere, magari solo perchè è stata fermata la musica,  di giornate in cui devi fare l'intrattenitore due giorni dopo la morte di tua madre perchè non ci sono sostituti e il pubblico non ha colpa delle tue croci, di serate con un impianto audio da sagra di paese ma meno male che tu sai usare il diaframma e se poi sai pure parlare italiano correttamente certo non guasta etc etc., ecco: quel mestiere non deve MAI mancare. Per rispetto del pubblico. Pure di quei quattro gatti o degli ubriaconi fracichi di cui sopra. Mai.
Ricordiamo tutti (non con particolare piacere) della mia piccola, sgradevole querelle un anno fà con l'allora neo-insediata giunta, o parte di essa, per gli appunti che mi si mossero sulla cifra stilistica degli eventi da me ideati e organizzati. Capisci caro Sergio che ora io avrei voglia di dilungarmi su qualche improvvisazione di troppo, su qualche arraffazzonamento di troppo di cui ho preso visione in questi ultimi mesi, con la speranza che non fosse davvero quella la cifra stilistica che mi si consigliava (grazie no. Io a quei livelli di allegra festicciola da campeggio comunale credo di non esserci arrivato mai neppure quando ero un pivello, un novellino). Ma non mi dilungherò su quello: non ve n'è bisogno: parlano i fatti, e se non ti dispiace, parla il pubblico.
Ora: se vogliamo buttare tutto in vacca, se vogliamo accontentarci della festa strapaesana, se ci piaccioni i raccattati che una mattina si svegliano e s'inventano di essere intrattenitori, presentatori, animatori  e volemose tutti bene, va benone: ci stò. Magari mi diverto pure io. A patto che non mi si acciacchi i coglioni con la cifra stilistica dei miei eventi. Perchè con umiltà mi sento di dirti, caro Sergio, e pure senza tema di smentita, che su quel palco in piazza  c'è Maurizio Amadio, o c'è Alessandro Innocenti, o ci sono io, o semplicemente su quel palco non ci sono presentatori. Perciò riformula la tua domanda usando un termine più appropriato e io volentieri ti rispondo.

lunedì 7 maggio 2012

parola di scout..

Sono sndato per connettermi e sono stato accolto da una decina di pagine di pistolotto ad opera di Facebook che mi dicevano che un mio contenuto era stato rimosso perchè offensivo e bla bla bla. Stavo a sentì che cazzo avevo combinato, e alla fine appare la frase incriminata. Avevo commentato un articolo di un giornale che riportava della querelle tra quel comune sardo che non offirà piu dei locali ai boyscout per il loro atteggiamento discriminatorio verso i gay. Avevo commentato dicendo piu o meno che se le avessi chiesto di fare il boyscout, mamma m'avrebbe incatenato al letto mentre era piu possibilista sul figlio frocio. Ora, dov'è il contenuto offensivo: mamma che mi incatena al letto? (mi ha portato la colazione a letto sino a che se n'è andata,e avevo superato i 40, figuriamoci se non era una battuta..) o il "possiblista sul figlio frocio" (il termine è colorito, ma detto da me quanto potrà essere offensivo?...), o più semplicemente che sono andato a ravanare in un terreno (quello degli scouts..) che è naturalmente intoccabile? Vedete un po voi.. (ps. Se ora sparisco nel nulla sapete chi è stato, stavolta....aahahaha).